mercoledì 23 maggio 2012

Il parnaso

Mi hanno detto per strada
che ne escono dei bambini selvaggi
dalla femmina truccata.

Isolati, senza padre, perché il ventre,
pieno di confusioni,
non trova più, ne conosce il seme
che in lui è caduto come grano.

E venne prima l'avvoccato,
chiude la porta; a vederla arriva il chirurgo,
dopodichè, il magistrato;
lui, affermato, la mattina ha detto,
tra religiosa lite,
avere la guerra santa de strada
urlato: "di puttane pulir le vie".

"Son tutte perse", dopo il sesso
ore prima, nel TG esclama.

A Campo dei Fiori, il soldato
prova con quella bionda amara.
Là su, dove alberga il cognato
l'ha portato "alla prima",
come un dipinto spagnolo.

E dopo, bagna la sua menzogna
nel brodo della madre dei suoi figli:
cinque piccollini che voglion essere
da maggiori come babbo.

E vien dopo il moralista,
a Montecitorio fa il signor.

Si ferma la sua macchina grossa,
blu per caso; alla Colombo lo spazio prende,
spera per la russa, ci son molte,
ci son tante, ci son tutte li
nel mestiere che la crisi mai vede.
"Lo scambio culturale", dice il barbone quando sente
che alla festa salgono e diccono:
"Son mila", "son due mila".
Tra le scultoree dive,
ce n'è una (cosa curiosa):

Questa, mostra il mento quadrato
e del suo collo spaccato, fuoriesce
la mela d'Adamo.
"Tre mila per il fior", rispose il pappone
visto l'interese del committente.
Il finestrino si apre ed una voce vola,
come fulmine per dir:
"Si è del Brasile miglior"

Ce n'è un prete, ci son tre, ci son quattro:
"Lei mi dica, don Ricardo", Seppia, come il color;
i favori ai ragazzi fanno, e la sua carità esce a parole.
La predica, il rosario, il libretto della domenica,
mentra per se pensa, e la sua mano se bagna e crede
nell'acqua, a voci esprime: "magari ci casca".

Che vergogna! Che razza d'idea!

Ribatter sempre, sennò
ciascheduno qua e là,
all'udir, questo, però:
"I peccati, questi che qui
ci son, dei poveri, sì, solo a lor
segnalar potrei", dall'altare predica,
e contra la prostituzione parla
il consumitor?

"E' colpa dei soldi", "è della povertà"
I magnoni son quelli che c'hanno i soldi da buttar,
su tutto adesso, in queste cose,
per dopo bagnar le colpe
nel brodo delle loro mogli,
a casa innocenti.

La saluta con quella bocca stessa,
che ha detto: "conosco un hotel discreto".

Lei a casa innocente!
Coi figli e la cena pronta.

"Mi hanno detto qua e là,
che ne escono dei bambini viziati
della femmina truccata".

I venti si son portato via,
i riccordi vergognosi della umana calamità,
del traffico umano, del obbligo alla vendetta
contra il corpo che ci è stato offerto.

Schiavi esistono ancora nel temprano XXI.

"Viziati per voi, causati da voi!",
si sente dall'altare, e la polizia ingressa.

Ma ancora c'è un sogno,
una uscita; ci son eroi dappertutto.

Che si fanno uomini e faranno la guerra;
come Madeleine che alla Fantine riscata,
e della schiavitù pure alla Cossette.