domenica 8 luglio 2012

Abbaglio

Come terra benedetta sia quell'ora
dove il tuo soffio santo,
in fronte, un tuo riccordo,
mi stampò sfuggente come un bacio;

L'angelo fornì l'aria di quel singolo momento,
della beata guerra tra di noi, che, sulla macchina
sempre calda, a martellate fuse;
quel soffio santo vorrei far
rinascere anche si ora dorme.

Non sia mai che la Parca a spenga
il dolce sorbo che ci serviva Amore;
basta saperlo, perché se oggi muoio non vorrei
esser estraneo a te,
Ancor di più, come un mito
Antico e vegeto.

Cado a terra, nera terra del Tartaro infernale
In volo mi nasce in fronte un alto fiore;
le curve disegnate, i miei capelli all'aria ballano
la danza dionisiaca, manca solo il vino;
sangue bolle sulla tua bocca rossa, piena di papaveri
sperti nella fabbricazione
della dolce e dorata miele.

Quel che sogno scomparso,
come un bacio vorrei alla tua vita soffiar;
un giorno pregherai, in ginocchio pensando a me,
Prima che alato Amor,
della tua mente, come il lume sulla miccia
mi spenga in un soffio
e resterò allora come un ricordo, più che morto.

Nessun commento:

Posta un commento